Qui in Burkina pratichiamo ogni giorno kundalini yoga, insieme, la mattina, ogni volta scoprendo nuovi limiti e nuove possibilità, imparando attraverso una pratica antica e moderna al contempo.
Laura Tassi è una bravissima insegnante, guida paziente e attenta, dolce e ferma che aiuta in questo percorso di apprendimento e sperimentazione. Perché di sperimentare con il proprio corpo e volontà si tratta. Scoprirne limiti e starci, tenerli, ma anche ampliarli grazie all'esercizio e alla pratica kundalini yoga.
Per me, del tutto a digiuno di yoga, anzi quasi avversa a queste pratiche per ragioni non esplorate, si sta rivelando un approccio molto interessante. Per come è nato e si è sviluppato, Laura ci spiegava che permette in breve tempo rapidi cambiamenti profondi.
Accanto alla pratica yogica, la danza tradizionale africana, sempre accompagnata da musica dal vivo, percussioni, ma anche flauto e chitarra. Questi ultimi per lo più nel lavoro di teatro -danza.
Ibrahim 'Ton Ton' Ouattara ci conduce suono dopo suono nella danza, passo dopo passo nel ritmo dei tam tam, delle percussioni che sempre "dicono" e raccontano un passaggio, un messaggio, una storia. Anche qui come per lo yoga è la nostra storia, la nostra capacità di connetterci con noi stessi, di accettarci senza giudizio. Aprirsi e darsi la chance vera di essere liberi ma con precisione e determinazione. In un quadro.
Tutto è esplorazione, di sé attraverso il movimento e il ritmo, dell'altro attraverso il gioco dell'incontro e della condivisione.
Viviamo, alcuni di noi del gruppo di lavoro, insieme in una casetta accanto al centro culturale dove pratichiamo e danziamo.
È molto bello vedere come i miei compagni, partecipanti burkinabè a questo stage, si prendono cura del gruppo occupandosi delle faccende di casa, della preparazione della cena o della colazione e procurando quanto necessario.
Per il pranzo abbiamo delle signore del posto che preparano un gustoso menu tradizionale concordato con Laura.
Un continuo aprirsi al nuovo, chiudere per tenere dentro e integrare, lasciare andare e riprendere, trasformato.
Io mi sono leggermente infortunata a causa di una puntura di insetto mal grattata e infettata, in un punto che blocca tutto ovvero interno caviglia, piede sinistro. Da ieri non riesco a partecipare al lavoro di danza e teatro danza, ma piano piano va meglio. Il corpo reclama la sua totale centralità e volontà di essere ascoltato, accudito.
Sono in ottime mani. Mi hanno fatto impacchi con erbe medicinali del posto, massaggi drenanti e coccole continue.
Questo luogo ricorda luoghi remoti dell'infanzia... a Montegrappa, in Salento. Ora sono nel cuore della campagna, la brousse, di Banfora, Burkina Faso.
Commenti
Posta un commento