Bobo Dioulasso: influenza, fatica o mal d'Africa

Giunta alla fine del viaggio mostro segni di fatica, ho qualche brivido anche se non fa freddo, provo stanchezza infinita e mettendoci anche il senso di semi-vuoto da distacco mi sento davvero a terra.

Non bastano integratori o vitamine, è proprio il "down" post viaggio che in questi giorni di visita a Bobo Dioulasso già si fa sentire.
Lo stage di danza, teatro-danza e kundalini yoga è finito, il soggiorno al campo nella brousse intorno a Banfora si è concluso e grazie al cielo ho avuto modo di rilassarmi e godermi appieno la bellezza della Natura e la compagnia della mia amica Laura Tassi - ideatrice e promotrice con il marito Ibrahim Tonton Ouattara del progetto Teri ya Sira - e della sua famiglia.

Ma arrivare in città dopo così tanti giorni di campagna mi ha creato un po' di scompensi, psico fisici ed emotivi, mi ha creato stress, sebbene sia alloggiata nella locanda "chez Ghery" (che si chiama Maison BF www.maisonbf.wordpress.com), molto rilassante e accogliente.

Ghery è un italiano che da oltre 6 anni vive in Burkina, ha una compagna, Aja e aspettano una bimba, Aida.
Con tipico approccio milanese, ha diversificato le sue attività qui, avviando una guest house oltre a lavorare come fotografo e filmmaker e curando commercio strumenti musicali sia localmente sia sul piano internazionale.  Versatile e molto bravo a fare tutto, dalla tisana all'impianto idrico ed elettrico di casa, per fare un esempio a caso. E poi si dà da fare nel promuovere e sostenere le micro attività di formazione o commerciali della "comunità" in cui vive.
L'uomo perfetto in Africa. La persona di cui questo continente ha davvero bisogno, intraprendente e ingegnoso, ma la cui tipologia scarseggia. Perché, diciamolo, qui gli uomini, e per lo più i giovani - con le dovute eccezioni che ho personalmente incontrato - son tutti artisti (voluta nota polemica, che semmai riprenderò).

Arrivata mercoledì 2 agosto in serata, il 3 ho quindi fatto tour al mercato con Aicha, conosciuta nel corso dello Stage. Lo shopping compulsivo mi ha permesso di sostenere il PIL nazionale del settore tessile e agro alimentare, e di procurarmi tra i più bei pagne sulla piazza. I pagne sono tessuti di cotone stampati, tipici di quasi tutto il continente, ogni paese ha poi le sue tradizioni di motivi e colori. A un prezzo ottimo grazie al super stock acquistato e alla sapiente mediazione di Aicha. Regali da qui fino a Natale per tutti!

Di solito la stoffa dei pagne è destinata a essere sapientemente cucita in bellissimi abiti, camice o completi, ma io non so bene se alcuni di questi lo diventeranno davvero. In Europa il confezionamento di abiti con stoffe tradizionali va accompagnato a sapiente lavoro che abbina inserti e fodere o rivestimenti. Altrimenti non riesce ad avere lo stesso bellissimo effetto che ha qui. Sarà una questione di portamento.

Nel pomeriggio con calma sono andate con Aicha a fare una visita verso la città vecchia e la moschea di Bobo Dioulasso.
Si paga una tassa turistica e ci si ritrova una guida per visitare questo centro "antico" dove non si può camminare ovunque. Un po' come i nostri quartieri popolari storici di Genova o Napoli. Peccato che le condizioni dei vicoli e del fiume in cui oziano le Margot, pesce sacro che non viene pescato e mangiato siano al limite della discarica a cielo aperto.
E dire che la sua bellezza e il potenziale addirittura pittoresco e romantico si immaginano benissimo. Perché le condizioni delle vie e delle case devono essere così misere e in stato di totale abbandono (almeno per i miei standard di cura e armonia delle cose) e siamo nel "centro storico" della capitale culturale?

Perché "valorizzazione" del patrimonio culturale tradizionale si limita a 4 botteghe artigianali striminzite e di dubbio interesse sia per un visitatore africano sia europeo o comunque occidentale? Sono ormai decenni che vedo gioielli e manufatti realizzati con arte e dovizia e una collana di semi di baobab per quanto evocativa e "importante" non rappresenta di per sé un articolo acquistabile. Perché non la potrei mai indossare nel suo essere un filo di semi scuri e lucidi e stop. Nessuna grazia e nessun design. L'artigianato si evolve e affina. Perché qui devono continuare a proporre solo manufatti di 50 anni fa?

Un corso di formazione in design ci vorrebbe, per capire come attualizzare e mettere in contatto e dialogo una tradizione antica con tempi ed epoche moderne,o no?

La serata del mio primo giorno Bobo si è poi conclusa con concerto in locale storico di musica live, il Bois d'Ebene con la performance dell'ensamble di djembe e strumenti a percussione e fiato di Issouf Coulibaly.
Confesso che non è il mio genere musicale preferito. E le percussioni o il balafon o il flauto per me sono al meglio nelle performance anche sperimentali e più "rarefatte" che hon ascoltato negli anni nei concerti organizzati da Challouf per le Ultime Carovane a Milano oppure a Hergla. Oppure nelle esecuzioni durante il nostro stage di danza, dove il movimento traduceva i suoni dando loro corpo e spazio. Ma in modalità pacata, non urlata e strombazzata (altra nota polemica, si vede che lo stress ormai regna).

Domani sveglia all'alba per partenza direzione Ouaga e poi aeroporto. Speriamo di incontrare Laura e i bimbi sul pulmann. Preparativi di bagagli e senso di malessere. Non so se è già mal d'Africa o senso di fatica e mera influenza... Oppure malaria, ma di certo so che vorrei solo potermi addormentare nell'abbraccio dei Domes (vedi post dedicato ai giganti gentili di Fabedougou).


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