Cape Town - I love you



Sono tristissima di dover lasciare un posto cosi' bello. Ripartire e' triste ogni volta, ma ancora di piu' questa volta, perche' parto e ritorno da sola e non c'e' nessuno con cui condividere il dispiacere del distacco.

La citta', Cape Town, ha davvero dell'incredibile. Qui si incontrano e prendono forma una infinita miscellanea di storie antiche, origini lontane, luoghi, colori, odori, sapori, suoni, lingue...eppure e' tutta una nazione, tutto un paese, tutta una citta'. La sublimazione dell'esotismo, il suo superamento, il suo farsi quotidiana rivelazione.

Anche le vicende dolorose di chi sta peggio sono parte della vita condivisa di tutti, la marginalita' e' parte integrante del quotidiano, non sta fuori, ma dentro.
C'e' molta disuguaglianza e la discrepanza economica e sociale, le contraddizioni, sono fortissime e stridenti. Ma non si respira qui l'insofferenza banale che regna spesso in Italia, ormai sempre piu' frequente e ottusa.

Qui ci sono fenomeni di xenofobia verso alcuni stranieri, in particolare per chi arriva dallo Zimbabwe, ma e' davvero sorprendente vedere di base una forma cosi' estesa e radicata di convivenza interculturale. Il che non significa che tutti siano miscellati fra di loro, anzi, ciascuno ha ben definite le proprie peculiarita' culturali, ma di fatto tutte queste "differenze" convivono, in sinergia, una accanto all'altra.

"Malesi" (o coloured, generico termine per chi ha origini da Indonesia, Malesia, e l'area dell'Oceano Indiano), bianchi (afrikaaner e inglesi), neri sudafricani e neri di altre aree dell'Africa, e tutti quelli che arrivano ancora oggi dal resto del mondo (Italia compresa!), sono qui tutti insieme, uno affianco all'altro. Per lo piu' giunti durante i secoli del commercio di schiavi, di cui la Compagnia Olandese delle Indie Orientali ne' e' stata principale artefice, oppure arrivati nell'epoca delle migrazioni europee, discendenti delle piu' disparate culture del mondo sono qui raccolti, ritrovati, riuniti.

Questa citta' e' un notevole esempio di intercultura e di relazioni transculturali, dove vicinanza, coesistenza, convivenza e condivisione sono tali da non permettere di rimanerne al di fuori, da estranei. Si diventa parte attiva di questa coesistenza e condivisione grazie alle pratiche quotidiane del muoversi, mangiare, lavorare...vivere. Colpisce come la parlata afrikaans dell'urlatore del taxi collettivo si mescoli ai "click" della lingua Xhosa, e ancora all'inglese in tutte le sue svariate inflessioni che cerco di decifrare tra coloro con cui mi fermo a parlare. E' sorprendente come sia una citta' inclusiva.

Ci sono dei distinguo, naturalmente, molto stridenti. I bellissimi centri commerciali, veri e propri concentrati di shopping occidentale nella sua accezione piu' consumistica ed esclusiva non sono frequentati dai neri, che invece vi lavorano nelle diverse mansioni di addetti alla sicurezza, alla pulizia, commessi, aiutanti, assistenti,... Chi compra e' per lo piu' molto bianco, biondo, magari un po' sovrappeso oppure in piena forma e dall'aspetto molto curato oppure un po' coloured, non abbronzato, ma di probabile origine "malese" o comunque asiatica.

Ma lo shopping non e' solo all'occidentale. In pieno centro tantissimi i venditori black o coloured di frutta, snack, gastronomia varia, vestiario, cianfrusaglie...disposti per terra, su bancarelle o in micro chioschi agli angoli delle vie. Insomma il mercato si esprime in tutte le sue forme, globale e locale allo stesso tempo. E se non fosse che farsi tutto il centro con la spesa a mano non risulta tanto comodo, varrebbe la pena comprarla qui la frutta. Tanto e' buona e fresca come al supermercato sotto casa!

La maggior parte dei quartieri intorno al centro di Cape Town sono residenza di bianchi benestanti. I black vivono nelle "township", nei sobborghi della citta', un po' i nostri "hinteland", ma senza un piano regolatore e un progetto di edilizia popolare strutturata. Luoghi che in parte sono retaggio della segregazione imposta e organizzata dal regime dell'apartheid e in parte sono l'unica modalita' possibile di esistenza. Non ci sono altre soluzioni alla portata delle scarne economie dei suoi abitanti. Zone, queste township, che gli stessi neri ti dicono essere "pericolose". Eppure non sono tutte baraccopoli fatiscenti. Lo diventano sempre di piu' ai confini stessi della township, ma per lo piu' sono zone abitative che hanno sviluppato una serie di attivita' e di vitalita' al loro interno.
Questo pero' non l'ho visto da dentro, ne' l'ho conosciuto in prima persona. Sono giunta solo ai margini, ma poi un codice non scritto non mi ha permesso di entrarvi come fosse un altro quartiere della citta'.

Globale e interculturale: la citta' del futuro ?
Ad ogni modo Cape Town trasmette questa incredibile sensazione di inclusione, dicoesistenza possibile tra le differenze, tale da indurmi a considerarla il modello della societa' interculturale del futuro, del "vivere globale" di cui tanto si parla. Un modello, tuttavia, dai contorni molto fluidi, in costante mutamento e trasformazione, aperto alle continue influenze che le sue intrinseche differenze sviluppano.

Sebbene molte metropoli nel mondo siano riconosciute come "melting pot" culturali e sociali, in tutte queste vige a mio parere un modello di integrazione economica e culturale piuttosto univoco, a cui tutti si ispirano e tendono.

A Cape Town tale univocita' e' meno evidente, o comunque e' il modello stesso ad essere molto piu' composito e complesso. Credo che la peculiarita' della citta' stia proprio in questo. E' il vivere accanto al proprio opposto, attraversare costantemente la contraddizione, accettandola o negandola, ma comunque vivendola ogni giorno, generando cosi', malgrado tutto, nuove possibili "rivelazioni", come le chiamo io.

La "mentalita'" africana si mescola, influenzandola, a quella originaria della vecchia Europa, protestante e capitalista; la cultura orientale abbraccia e lascia tracce in entrambe. Sara' l'origine di questa citta', la sua storia, il suo ruolo nelle vicende dei commerci secolari...sara' la magia di un luogo circondato da una natura possente e delicata allo stesso tempo... sara' che mi sono innamorata di questa citta' dal clima formidabile in pieno inverno...insomma per me rappresenta uno dei luoghi piu' interessanti e stimolanti in cui vivere questa era.

Solo il tempo potra' rivelare questa sensazione ! Per ora posso davvero affermare:
Cape Town, I love you !!

Commenti

  1. Mi hai fatto venir voglia di raggiungerti. Certamente non deve essere tutto rose e fiori vivere là, ma l'idea che mi hai trasmesso è quella di un paese giovane con un futuro tutto da creare, ma anche con una struttura sociale da impostare e dunque con infinite potenzialità... in contrasto con un Europa sempre più esausta, marcia e svuotata di entusiasmi.

    Mi permetto di fare un paragone con lo sport, ma da prendere alla leggera: tempo fa incrociai in piscina un tipo del Sud Africa, nuotava in corsia senza rispettare i sensi di marcia, creando lo scompiglio e qualche piccolo incidente. Mi disse che nel suo paese non esistono regole e non aveva idea che si dovesse tenere la destra. Da nuotatrice ho sempre detto che la cività di un popolo si vede anche in corsia (difatti in corsia ho "scoperto" tratti caratteriali dei tedeschi poco gratificanti, irrispettosi del prossimo e tanto prepotenti, al contrario degli irlandesi sempre attenti a chi va più veloce o più piano)... dunque si capisce che in Sud Africa deve essere ancora data un'impostazione per parecchi aspetti.

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  2. Già...e poi c'è da dire che in Sudafrica si tiene la sinistra !!!! Aha hah,, pure sulle scale mobili. Ma forse in piscina loro vanno a casaccio !!! ti saprò dire appena ci andrò !!!

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  3. molto bella la foto dall'alto, molto interessante e sentita la descrizione. mi chiedo se in realtà tu non sia syusy blady! un abbraccio, dany bollina

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